La manifestazione
“La stazione delle idee” – tenutasi a fine ottobre presso la stazione Leopolda – ha rappresentato l’ennesima occasione di incontro tra la sezione arbitri di Firenze e le varie realtà della città: in questo caso i fischietti fiorentini hanno incontrato i ragazzi delle scuole medie superiori del capoluogo toscano. Il tema del “rispetto” – nell’accezione più ampia – ha fatto da filo conduttore degli interventi che i quattro rappresentanti fiorentini presso la CAN, ossia gli arbitri Gianluca Rocchi, Nicola Pierpaoli, Leonardo Baracani e l’assistente Cristina Cini, hanno tenuto dinanzi ad una ricca platea che annoverava anche la presenza del Presidente della Provincia – Matteo Renzi – che ha ascoltato con grande interesse gli interventi dei suoi ex-colleghi: Renzi, infatti, per diversi anni è stato arbitro effettivo della sezione di Firenze. Così nella suggestiva cornice della stazione Leopolda e sullo sfondo dello slogan
“Vuoi essere tu il migliore in campo? Diventa arbitro” si è dibattuto non solo della figura dell’arbitro come mero e rigido esecutore delle regole o garante del rispetto di tali norme, ma soprattutto come parte integrante – oltre che indispensabile – dello spettacolo del mondo del calcio, una figura chiamata a rapportarsi con tutti gli altri attori tenendo ben chiara l’importanza del rispetto reciproco:
“Ribadiamo l’importanza di questi eventi che permettono di dialogare con i giovani parlando sì di calcio, ma soprattutto delle regole del gioco e dell’importanza della figura dell’arbitro” – ha commentato Paolo Tepsich, presidente della sezione arbitri di Firenze, che ha inoltre aggiunto –
“Apprezziamo questi appuntamenti che permettono di confrontarci con le tante realtà di Firenze: molti i ragazzi che hanno già risposto positivamente al nostro ‘invito’ a seguire il corso per diventare arbitro”. Soddisfazione è stata espressa anche per la presenza in platea di Matteo Renzi:
“Ringraziamo il Presidente” – conclude Tepsich –
“La sua presenza, anche nella veste di ex-arbitro, crediamo possa esser interpretata come testimonianza positiva a favore dell’esperienza arbitrale ”.
di: GAETANO CERVONE